(da "Neue Zürcher Zeitung", 2004)

Il Quartetto David di Milano a Zurigo

Se pensiamo ad un quartetto italiano dell'800 ci sovviene subito alla mente il Quartetto in mi minore di Verdi, scritto nel 1873.
Il Quartetto David, fondato nel 1994, si è distinto nella Stagione di Musica da Camera della Tonhalle facendo emergere plasticamente gli elementi di contrasto di questo brano: le linee intrecciate, le facete imitazioni e le fuggenti melodie operistiche.
I quattro musicisti italiani hanno poi presentato un'altro lavoro frutto della loro terra: Ferruccio Busoni nel giovanile Quartetto in do minore op.19 non preannuncia in nessun modo la sue caratteristiche della maturità; schumanniano nel colore, suggerisce una buona manualità compositiva abbinata a buon gusto e senso dell'effetto ma non si distingue particolarmente nell'inventiva tematica, alternando nell'ultimo brioso movimento la speditezza mendelssohniana ad una parte centrale fugata.
Decisamente più sostanza troviamo nel secondo quartetto di Benjamin Britten, composto nel 1945.
Malgrado la sua parentela tematica con Henry Purcell il quartetto oscilla volentieri verso una cantabilità italiana: questo lavoro doveva essere molto caro a Britten, il quale lo considerava molto importante per il suo sviluppo.
La forte e quasi inalterabile struttura riporta più ai tardi quartetti di Bartok che alle atmosfere britteniane, e trova l'elemento unificante dei suoi contrasti sia nelle piccole cellule che nel grosso della struttura.
Il movimento vivace è una frizzante pantomima della Commedia dell'Arte e la lunga ciaccona finale prova ancora una volta quanta tensione questo compositore fosse in grado di creare con pochissimi mezzi.
I musicisti italiani si sono identificati con questo progetto come fosse un brano dal loro essere.