( da "Avui" , 26 agosto 2003)
Quartetto con pianoforte e voce La Schubertiada di Vilabertrán porta sempre con
sé piacevoli sorprese come la programmazione di due opere di Guillaume
Lekeu, il compositore di Vervier che é morto a 29 anni alla fine del
XIX Secolo. Questo significa che si tratta di un festival dove si programma
con una linea chiara, si investiga, si prova e, con l’aggiunta dell’entusiasmo
del suo direttore, Jordi Roch, e l’équipe di organizzazione, permette
prestazioni eccezionali. (traduzione di Branca Good)
Una voce sugli archi
di Jordi Maluquer
Lekeu avrebbe potuto passare inosservato se non fosse stato per degli interpreti
eccellenti: difficilmente si puó cantare meglio di quanto lo abbia fatto
Núria Rial, seducente col colore della sua voce, regolando l’intensitá
e le sfumature che il testo esige e mettendo in gioco tutta la magia scenica
in lei innata per accattivarsi il pubblico.
Un Notturno grandioso e una squisita
cantata, Andrómeda, hanno dimostrato il contributo di questo compositore
al concerto.
Il Quartetto David e il pianista Iván Martín –
eccezionale nell’accompagnamento del canto – hanno fatto sí
che la versione fosse impressionante.
Musicisti e cantanti ci hanno presentato
la bellissima Chanson Perpetuelle di Ernest Chausson, coetaneo di Lekeu.
Abituati a Núria Rial quando faceva da solista alla capella di Musica
di Santa Maria del Mar, la sua evoluzione professionale ha fatto ridurre la
sua presenza sui nostri palchi e ora ogni sua visita é un avvenimento:
l’anno scorso lo Stabat Mater di Boccherini a Torrella de Montrgí
con il quartetto Albada é stato impressionante – una versione cosí
viva non riuscirebbe neanche ad un ensemble specializzato – e quest’anno
quella qui menzionata. Adesso veniva da Innsbruck, dove ha appena interpretato
il ruolo di Musica e Euridice in Orfeo diretto da René Jacobs.
Il concerto é cominciato con l’interessante Quartetto Dorico P114
di Ottorino Respighi seguito da un altro monumento interpretativo: il quintetto
Die Forelle per pianoforte e archi in la maggiore op. 114 D 667 di Franz Schubert.
Il qui menzionato Quartetto David con il contrabbassista Jonathan Camps ed il
pianista Iván Martín ne hanno presentata una versione memorabile.
Poche volte, come qui é stato il caso, questa allegria serena, meditativa
e allo stesso tempo espansiva di Franz Schubert giunge direttamente al cuore.
É
opportuno evidenziare che dovremmo risalire al pianista del Trio Beaux Arts
per poter fare un confronto in quanto a capacitá di integrazione in un
ensemble d’archi col suono giusto e constantemente stimolante di ispirazione
e musicalitá. Gli ascoltatori del festival erano ancora riempiti dal
concerto nel quale, il giorno prima, i medesimi interpreti agli archi e i solisti
di strumento a fiato Joseph Sancho, Salvador Sanchís e Miguel Asensi,
hanno suonato l’ Ottetto di Schubert ed il Settimino Op. 20 di Beethoven,
con risultati a quanto pare altrettanto eccezionali.