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Le Lettere dei Lettori



  

  Sabato 25 Gennaio 2003
Società dei concerti: successo annunciato per i 4 archi
Il Quartetto David esalta i due volti di Beethoven
Brillante esecuzione del tributo al Kaiser di Haydn

Non era la prima volta che il Quartetto David suonava per la Società dei Concerti di Brescia e così il pubblico che l’altra sera ha gremito il salone San Barnaba, sapeva in anticipo di poter ascoltare un esibizione di particolare pregio in campo cameristico. Le attese degli spettatori, più numerosi che in altri appuntamenti della rassegna, non sono state tradite. Bisogna anche dire che - con la doppia scelta di Haydn e di Beethoven -, l’interesse per la serata era già assicurato, in particolare proprio per il pezzo d’esordio, con quel «Kaiserquartett» in cui Franz Joseph Haydn «omaggia» il suo sovrano. E così, dopo la tempestosa apertura con l’Allegro, nella sala sono risuonate le note del celebre inno ancor oggi in uso in Germania, che gli archi del Quartetto David hanno variato prima del Minuetto e del bruciante finale. Di solito in una formazione da camera, e soprattutto in un quartetto d’archi, si loda l’affiatamento fra gli strumentisti che devono procedere nel discorso musicale in perfetta intesa tra loro. Ma nel caso del Quartetto David, all’ amalgama degli archi, non ha penalizzato la personalità di ognuno dei componenti uscita con particolare forza senza comunque produrre smagliature nel discorso d’assieme. Mauro Loguercio e Gabriele Baffero ai violini, Antonio Leofreddi alla viola e Marco Decimo al violoncello si sono confermati un quartetto di prestigiosi strumentisti capaci di proporre un discorso musicale con una forza e una luminosità senza pari.
Qualità emerse nel «Quartetto in fa maggiore o. 18 n. 1» di Ludwig van Beethoven che completava la prima parte della serata, e addirittura esaltate nel brano beethoveniano cui è stata dedicata la seconda parte del concerto: superate le pur belle e brillanti sonorità del primo Quartetto scritto dal compositore tedesco e quindi necessariamente debitore a modelli stilistici e musicali precedenti, il «Quartetto in do magg. op. 59», composto a pochi anni di distanza, ha dimostrato nell’interpretazione del Quartetto David tutta la sua potente, brunita forza innovativa a cominciare dall’introduzione lenta e quasi drammatica per intavolare poi un discorso estremamente complesso nel suo svolgimento, con una trattazione pensosa, a volte macerata ma mai contorta, del materiale musicale.
Un altro Beethoven dunque rispetto al precedente, un genio ormai avviato verso la maturità e cui hanno reso omaggio i quattro giovani e talentuosi archi. Lunghi battimani al termine del concerto nella speranza di un bis che è arrivato con una magnifica proposta, lo Scherzo dal Quartetto di Verdi.
Il prossimo appuntamento con la Società dei Concerti di Brescia è in programma giovedì 6 febbraio prossimo con un altro gruppo prestigioso, il Sestetto d’archi dei Filarmonici di Berlino. Luigi Fertonani
   
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